Il Futuro
"Al momento in cui questo saggio andava in stampa, IBM entrava nel mondo Open Source e la comunità dei venture capital
lo sta scoprendo. Intel e Netscape hanno investito in Red Hat, un distributore Linux. VA Research, integratore di server Linux e hardware
per workstation, ha annunciato l'ingresso di un investitore esterno. Sendmail Inc., creata per commercializzare l'onnipresente programma
di posta elettronica Sendmail, ha annunciato la disponibilità di fondi per sei milioni di dollari.
L'applicazione di posta protetta Postfix di IBM ha una licenza Open Source, e un altro prodotto IBM, il compilatore Java Jikes, ha
una licenza che, nell'istante in cui scrivo, mira, per il momento con parziale successo, a soddisfare le specifiche dell'Open Source
Definition. Parrebbe che IBM intenda modificare la licenza di Jikes perché sia per intero Open Source, e che a questo scopo stia
raccogliendo pareri nella comunità.
Due promemoria interni della Microsoft, noti sono il nome di Halloween Document, sono trapelati al pubblico online. Questi promemoria
mostrano in modo inequivocabile come Microsoft si senta minacciata da Open Source e da Linux, e che Microsoft lancerà un'offensiva
contro di loro per proteggere i suoi mercati. E' chiaro che dobbiamo prepararci a vivere tempi interessanti. Credo che vedremo Microsoft
usare due principali strategie: interfacce sotto copyright e brevetti. Microsoft estenderà i protocolli di rete, che contengono
caratteristiche proprietarie Microsoft in quelli che non verranno resi disponibili al free software. Essa, con altre aziende, farà
ricerca aggressivamente in nuove direzioni dell'informatica e brevetterà tutto quanto potrà prima che si possano sfruttare
quelle tecniche nel free software; quindi ci chiuderà fuori con le concessioni sui diritti di brevetto. Sono autore di un saggio
per la webzine Linux World su come si possano battere i nemici dell'Open Source sul fronte dei brevetti.
La buona notizia e che Microsoft si è spaventata! Nel secondo degli Halloween Document, un membro dello staff Microsoft racconta
della sua sensazione d'euforia nel vedere come poteva modificare facilmente parti del sistema Linux perché facesse esattamente
quello che voleva, e com'era più facile per un impiegato Microsoft fare questo su Linux di quanto non lo fosse modificare NT.
I tentativi di nuocerci provenienti dall'interno sono i più pericolosi. Credo che vedremo altri sforzi per diluire la definizione
di Open Source fino a includervi prodotti parzialmente gratuiti, come abbiamo visto avvenire con la libreria Qt in KDE prima che Troll
Tech vedesse la luce e rilasciasse una licenza Open Source. Microsoft e altri potrebbero danneggiarci rilasciando un sacco di software
gratuito quel tanto da attrarre utenti, ma senza avere le piene libertà dell'Open Source. Non è impensabile che essi possano
stroncare lo sviluppo di certe categorie di software Open Source rilasciando soluzioni abbastanza valide, abbastanza quasi-gratis. Tuttavia,
la forte reazione che si è avuta contro il progetto KDE prima che la libreria Qt divenisse completamente Open Source, non è
di buon augurio per imprese analoghe di Microsoft e compagnia.
Finora abbiamo scampato i cavalli di Troia. Supponiamo che qualcuno che ci vuol male fornisca del software che contiene un cavallo
di Troia un espediente per sconfiggere la protezione in un sistema Linux. Supponiamo, poi, che la medesima persona resti in attesa che
il software con il cavallo di Troia sia largamente distribuito e quindi ne pubblicizzi la vulnerabilità agli attacchi alla sicurezza.
Il pubblico si sarà per allora accorto che il nostro sistema Open Source può lasciarci più vulnerabili a questa
sorta di attacchi che non il sistema chiuso di Microsoft; questo potrebbe ridurre la fiducia generale nel software Open Source.
Potremmo obiettare che Microsoft ha la sua parte di bug di sicurezza anche se non lascia possibilità di inserirli a persone
esterne e che il modello a codice sorgente aperto dell'Open Source rende più facile scoprire questi bug. Qualunque bug del genere
che comparisse in Linux sarebbe riparato il giorno dopo essere stato scoperto, mentre un omologo in Windows o non sarebbe mai scoperto
o dovrebbe aspettare il rimedio per anni.
Ma dobbiamo rinforzare ancora la nostra difesa contro i cavalli di Troia. Identificare con sicurezza chi contribuisce alla creazione
di software e delle modifiche è la difesa migliore di cui disponiamo, dal momento che ci permette di valerci del diritto penale
contro chi escogita cavalli di Troia.
Quando ero dirigente della distribuzione GNU/Linux di Debian, istituimmo un sistema che consentiva di identificare in modo affidabile
tutti i manutentori del software e permetteva loro di partecipare a loro volta a una rete a crittografia a chiave pubblica che ci avrebbe
consentito di verificare da chi proveniva il nostro software. Questo tipo di sistema si deve espandere fino a comprendere tutti gli
sviluppatori Open Source.
Enormi sono i miglioramenti da intraprendere prima che Linux sia davvero alla portata dell'utente medio. L'interfaccia grafica per
gli utenti è chiaramente qualcosa che manca, e a questo sono rivolti i progetti KDE e GNOME. La prossima frontiera è l'amministrazione
di sistema Linuxconf vi sta parzialmente provvedendo, ma si trova ben lungi dall'essere uno strumento completo d'amministrazione di
sistema per l'utente sprovveduto. Se il sistema COAS di Caldera avrà successo, potrebbe diventare la base per una soluzione completa
al problema dell'amministrazione di sistema. Tuttavia, Caldera ha avuto dei problemi nel mantenere un'allocazione di risorse sufficienti
a COAS per terminarne lo sviluppo, e altri sviluppatori hanno abbandonato la partita perché non notavano progressi.
La pletora di distribuzioni Linux appare oggi in pieno rivolgimento, con Red Hat percepita come vincitrice e Caldera come seconda.
Red Hat ha mostrato finora un solido impegno verso il concetto di Open Source, ma un nuovo presidente e voci di un'offerta pubblica
iniziale (Initial Pubblic Offering, IPO) potrebbero significare un indebolimento di quest'impegno, specialmente se concorrenti come
Caldera, molto più tiepidi verso l'Open Source, riusciranno a inserirsi nel mercato di Red Hat. Se l'impegno delle distribuzioni
Linux commerciali verso l'Open Source diventerà problematico, questo genererà probabilmente uno sforzo per rimpiazzarle
con tentativi Open Source simili al GNU/Linux di Debian ma più diretti al mercato commerciale di quanto non sia stata Debian.
Malgrado queste sfide, io predico la vittoria dell'Open Source. Linux è divenuto strumento di test per gli studenti d'informatica,
che, una volta laureati, porteranno con sé quegli strumenti nei loro posti di lavoro. Molti laboratori di ricerca hanno adottato
il modello Open Source in quanto la condivisione delle informazioni è essenziale al metodo scientifico, e l'Open Source consente
al software di essere condiviso facilmente. Il mondo business sta adottando il modello Open Source perché consente a gruppi di
aziende di collaborare nella risoluzione di un problema senza la minaccia di una causa anti-trust, e per l'impulso di cui gode quando
i contributi pubblici di programmazione rendono gratuite le migliorie al software.
Alcune grandi società hanno adottato l'Open Source come strategia per combattere e scongiurare l'avvento di un'altra Microsoft
pronta a dominare il settore informatico. Ma l'indicazione più affidabile sul futuro dell'Open Source viene dal suo passato:
in pochi anni, dal niente siamo arrivati ad avere un robusto corpus di software che è in grado di risolvere tanti problemi diversi
e che si avvia a raggiungere il milione di utenti. Non c'e ragione di rallentare la corsa proprio adesso."
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